Anatomia della spalla – 1

Considerazioni a margine di un corso di approfondimento

La prossima settimana affronterò un Corso universitario che riguarda l’anatomia della spalla.

Con oggi comincio a scrivere una serie di considerazioni sull’argomento, per condividerli.

Sarò in prima fila al corso per imparare ed approfondire, ma venerdì avrò una novantina di minuti per esporre anche il mio punto di vista, il mio modo di vedere l’anatomia della spalla in funzione della visione di insieme del corpo.

La mai formazione è padovana, il rigore dello studio del corpo umano è per me imprescindibile.

Come anestesista ho vissuto la possibile convivenza della chirurgia specialistica, quella che si occupa del particolare, con la visione di insieme delle funzioni umane che il mio ruolo doveva mantenere per rendere possibili gli interventi.

Le specialità mediche e chirurgiche sono sempre più addentro il particolare, sempre più complesse ed efficaci. E salvano vite e curano.

E io invece mi ritrovo ancora e ancora a cercare la visione d’insieme, i nessi, i rapporti.

“troppi alberi, non vedo il bosco”

 

ANATOMIA DELLA SPALLA

Ci sarà tanto da imparare al corso universitario che frequenterò la prossima settimana.

Ma avrò anche uno spazio in cui avrò la possibilità di parlare anche io.

Quì cercherò di raccogliere alcune considerazioni sull’argomento.

Chi mi conosce sa che sono un’appassionata, che scoprire come funzioniamo è sempre stato il motore della mia professione.
Un conto è imparare, un altro è scoprire, capire.

A 60 anni sono ancora alla scoperta della meraviglia

Mentre studiavo sono rimasta affascinata dalla funzione del cuore e del rene, come anestesista mi sono innamorata del polmone. La chirurgia a cui assistevo mi ha fatto appassionare all’anatomia. E poi a cicli mi sono lasciata conquistare, mi sono concessa di approfondire sistema per sistema, organo per organo. Storia lunga.

Nel 2016, dopo quasi 10 anni che trattavo problemi muscoloscheletrici, ho scoperto prima il sistema osseo come mai l’avevo capito prima e poi il sistema muscolare.

Di seguito, oramai non so più con che cronologia, è stato per me una conseguenza logica di questo percorso arrivare a leggere i testi universitari che riguardavano le neuroscienze.

Mi sono ritrovata a divorare le pagine come se stessi leggendo un giallo avvincente.

Fantastico.

E sempre più riunisco, interseco, integro, trovo senso alle singole funzioni all’interno della visione di insieme.

E sempre più so che tutto questo sono io, sei tu, è l’essere umano.

 

La ciliegina sulla torta è stata l’embriologia (che già mi piaceva, che dire…mi sento molto nerd) riletta da Jaap van der Wal.

Con lui condivido il bisogno di conciliare l’astrazione che riusciamo a fare di noi stessi con il soggettivo, con i sensi e il senso.

Dalla sua visione, forse per me troppo filosofica, ho ricavato un diverso punto di vista rispetto al tessuto primigenio da cui derivano anche ossa e muscoli, il mesenchima.

Nuova avventura scoprire questa nuova prospettiva.

Da queste premesse spero di riuscire a far capire il mio approccio di lettura al nostro “apparato locomotore” attraverso l’anatomia della spalla.

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Comincio oggi a scrivere della mia esperienza, delle mie piccole e grandi scoperte, delle mie riflessioni.
Delle mie domande e dei miei dubbi.

Non credo nelle certezze assolute, mi spaventano.
Non esistono nella fisica.
Perchè mai nella biologia o nella medicina???
Infatti la medicina un tempo si definiva “arte”.

Sono un essere umano ancor prima di un medico. E come tale sono meravigliosamente complesso, integrazione di mille variabili, di mille aspetti unici.
Ogni giorno scopro nuovi aspetti da considerare, nuove riflessioni, mediche ed umane.

Provo a condividere, sperando di non essere tediosa.