CHI SONO (segue)

Nata e cresciuta in Alto Adige, in una terra di confine tra due culture, da genitori di origine meridionale e settentrionale, ho sempre convissuto con la consapevolezza che il linguaggio e il contesto variano, ma che l’essere umano è sempre lo stesso

Disegnando, facendo uno sport di contatto e dialogo con un avversario (judo) ho capito che anche il corpo usa linguaggi non verbali
e che il mal essere si registra anche come filtro alterato nei confronti del mondo esterno

Se sto male disegno male (in maniera non armonica), ascolto male e fraintendo, e perciò do risposte non adeguate. Ad esempio se ho mal di testa posso diventare nervosa e reagire con aggressività a stimoli che non la necessitano, o posso spaventarmi per un rumore innocuo se sono molto stanca, o posso scoppiare in pianto se succede un piccolo contrattempo dopo un lungo periodo di stress……..

Perdurando il mal-essere il corpo attiva strategie che tamponino il maggior numero di effetti negativi, letteralmente resistendo, e creando contrazioni muscolari inconsce che dissimulano, mettono in latenza il bisogno del corpo.

…ho sonno arretrato, mi devo alzare presto tutte le mattine e appena esco di casa devo dimenticare la stanchezza, “stringo i denti” e vado avanti…

Studiando medicina ho avuto la fortuna di incontrare docenti che mi hanno insegnato le basi di questo linguaggio, che mi hanno fatto capire con passione come funzioniamo, mi hanno guidato nelle tecniche per curare i singoli apparati e riequilibrarli fra di loro.

Ma mi rendevano perplessa alcune cose:

gli studi con poche variabili e piccoli numeri
la negazione/rimozione di considerare l’effetto placebo nella terapia, quando di fatto c’è in tutte le terapie, compresa l’anestesia
ignorare la storia delle persone, per problemi di tempo o preparazione, ignorare le abitudini quotiliane, che sono quelle che hanno il peso maggiore nei cambiamenti
la negazione di una soggettività
la negazione dell’arte (il paziente è soggetto), e l’ignoranza sulla scienza (la statistica e le variabili da considerare)
la supremazia della chimica
la fede in quello che c’è e i suoi limiti, senza dare un’occhiata fuori dal mondo piatto pre-galileiano
la mancanza di tempo a favore della produttività
la supremazia delle macchine
la frequente divulgazione becera che fa di ogni persona un esperto senza che sappia i fondamenti per una vita decente (igiene, conoscenza del proprio corpo)
il mercimonio di alcuni colleghi (per fortuna pochi) che lucrano sulle ansie e sulle mode senza essere onesti e adducendo necessità che non sono tali

la proliferazione di mille e mille operatori della salute, stracolmi di buoni propositi e tanto cuore, che dopo 2 o tre anni di corsi di vario tipo si sentono pronti a “curare”, anche se ufficialmente non lo fanno, anche se non ne rispondono, anche se si sentono più sicuri che mai del loro piccolo bagaglio. Difficile che gli spieghino, o che capiscano cosa li aspetta-

Mi ricordo un primario appena andato in pensione: gli feci una domanda banale e lui mi accompagnò a leggere l’approfondimento malgrado per lui fosse ovvio. O illustri professori universitari che dal profondo del cuore e con una bellezza unica ammettono il limite di un sapere, il limite del proprio essere umani

l’arroganza di tecnici medici che trattano il corpo come una macchina e credono di essere i detentori della verità, magari perchè hanno avuto pubblica apparizione

io? mi reputo spettatrice privilegiata, testimone di storie umane, qualcuna, e modestissima allieva dei miei pazienti che mi insegnano a tradurre la teoria in qualità di vita
non sono nessuno, ma cerco di continuare a farmi domande senza cercare la sicurezza di posizioni prefissate. Ci provo.

Ho nel cuore una conferenza che un poco di anni fa (credo più di venti…) fece il professor Benciolini per Amnesty. Parlava del potere subdolamente inconscio del medico sul paziente che viene in qualche modo de-fraudato di se stesso:”IO so cosa è bene per te”.

Cavoli! quante volte ho dovuto fare i conti con la piccolezza e arroganza del mio “sapere” mentre il corpo delle persona seguiva, sapeva veramente quale era la cosa giusta per se.

Nessuna certezza , a parte il tentare di ascoltare.

dove trovarmi

vivo e lavoro a Padova

il mio studio è in zona Mortise,
in via Sedea 7 – Padova

per contattarmi

.

Iscrizione alla newsletter

Termini e condizioni

Iscrivendoti alla newsletter tramite l’inserimento del tuo indirizzo email,
riceverai periodicamente l’ultimo articolo del blog di questo sito
con alcuni contenuti esclusivi solo per gli iscritti o gli articoli che riguardano gli argomenti che ti interessano maggiormente ed eventualmente l’avviso di alcune mie iniziative in corso.

Non è mia intenzione tediare, potrai disiscriverti in qualsiasi momento.

Per qualsiasi dubbio, o problema non esitare a scrivermi: angela@menegazzo.eu

Desideriamo farti sapere come gestiremo i tuoi dati. Potrai in ogni momento visionarli e richiederci la loro cancellazione. (Informativa sulla privacy)

[nl4wp_form id="3781"]

Comincio oggi a scrivere della mia esperienza, delle mie piccole e grandi scoperte, delle mie riflessioni.
Delle mie domande e dei miei dubbi.

Non credo nelle certezze assolute, mi spaventano.
Non esistono nella fisica.
Perchè mai nella biologia o nella medicina???
Infatti la medicina un tempo si definiva “arte”.

Sono un essere umano ancor prima di un medico. E come tale sono meravigliosamente complesso, integrazione di mille variabili, di mille aspetti unici.
Ogni giorno scopro nuovi aspetti da considerare, nuove riflessioni, mediche ed umane.

Provo a condividere, sperando di non essere tediosa.